giovedì 17 gennaio 2008

Adsense per i privati (che non guadagnano tanto)

Ho scoperto il mondo degli adsense di google, un po' perchè se ne parla tanto e un po' perchè ero curiosa di capire il meccanismo che li regola, anche per tentare di ragionare su come fiscalmente devono essere trattati .... che lo so già: se li studio non me lo chiederà MAI nessuno, se non li studio, il giorno della scadenza delle dichiarazioni arriva il solito cliente ritardatario con il foglietto in mano che chiede "ma questi erano da dichiarare?"...
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Quindi mi sono iscritta al programma con questo sito per vedere "come si fa".
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Alcune premesse: le istruzioni che fornisce google sono, per dirla con un eufemismo, "un po' imprecise". Ho sorriso parecchio quando ho letto la risposta alla domanda per comprendere la differenza tra un account aziendale o individuale, che riporto:
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"In genere, se la tua azienda ha 20 o più dipendenti, sarebbe necessario richiedere l'apertura di un account aziendale. Le persone fisiche o le aziende con meno di 20 dipendenti dovrebbero richiedere un account individuale."
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Non è così: lo dico subito.
Intato se il sito (il blog nel mio caso), dove compaiono gli annunci adsense è relativo ad una attività con Partita Iva (e lo ricordo, la Partita Iva va indicata in home page), a mio parere si tratta di account aziendale, in ogni caso, anche senza dipendenti, ma di questa cosa scriverò tra qualche giorno.
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Ora vorrei concentrarmi sul classico caso del dipendente che ha il blog, lo studente che mette gli adsense sul suo sito, e che porta a casa 100/200 Dollari l'anno, o comunque piccoli importi.
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Molti, quando si parla di distinguere tra l'attività di impresa e il "resto del mondo" fiscalmente parlando, tirano in ballo la cifra di 5.000 Euro.
Da dove deriva? Questo importo è citato nell'articolo 61 del Decreto Legislativo n. 276 del 2003 che dice, al comma 2:
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Dalla disposizione di cui al comma 1 sono escluse le prestazioni occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dell'anno solare con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivamente percepito nel medesimo anno solare sia superiore a 5 mila euro, nel qual caso trovano applicazione le disposizioni contenute nel presente capo.
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A mio parere, parlando di adsense non si può coinvolgere il discorso del lavoro occasionale, in quanto non c'è una attività lavorativa alla base, non si opera attivamente, anzi, è vietato dal contratto sollecitare i click, e quindi si ragiona su un servizio, una prestazione, che è la messa a disposizione di uno spazio all'interno di un proprio sito o blog.
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Di cosa si tratta quindi?
Adsense è una forma di pubblicità: da un punto di vista civilistico avrei qualche dubbio se inquadrarla nei settori fiscalmente riconosciuti come "attività commerciale non occasionale", oppure come "Assunzione di obblighi di fare, non fare, permettere"; ciò non toglie che entrambe le categorie siano ricomprese nei Redditi diversi, che vengono trattati dagli articoli dal 67 al 71 del DPR 917/86 e che quindi hanno lo stesso identico trattamento da un punto di vista fiscale.
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E allora cosa succede da un punto di vista pratico?
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Succede che devono essere dichiarati (quasi sempre, dopo spiego il perchè), con il criterio di cassa (ovvero nell'anno in cui sono incassati), nell'apposito quadro del Modello 730 o del Modello 740, dove vengono indicati i Redditi diversi.
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Ma sempre?
(La sento già la domandina che dice: "ma anche 100 Dollari?").
In questo caso occorre verificare una regola "a parte, collegata" e che non riguarda solo i redditi diversi ma tutti i redditi indicati nell'articolo 6 del DPR 917/86:
questa regola indica quali sono le esenzioni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi e viene aggiornata di anno in anno. E' facile da recuperare nelle istruzioni della dichiarazione dei redditi, che, per esempio l'anno scorso erano a pagina 10, e che indicano tutta una serie di casi che potrebbero aiutare nella soluzione.
Per il 2006 le regole erano queste:
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"Non siete obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi se avete posseduto:
• redditi di qualsiasi tipologia, ad esclusione di quelli per i quali è obbligatoria la tenuta delle scritture contabili, per un importo complessivamente non superiore ad euro 3.000,00. Nella determinazione di detto importo non dovete tener conto del reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze."
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Praticamente, lo studente che prende i suoi 100 Dollari da adsense in un anno, e non ha altri redditi, non deve fare la dichiarazione.
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Il dipendente o il pensionato che ha per esempio il reddito derivante dal proprio Cud e che supera i limiti indicati invece deve dichiararli.
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Conclusione: Ora io non sto a dire che poteri abbia la nostra Pubblica Amministrazione per verificare se e quanto ognuno di noi incassi dagli Usa: ricordo solo che i controlli sono retroattivi, e che se anche adesso non fosse in grado di reperire i dati, ciò non toglie che potrebbe sempre attrezzarsi per farlo e "tornare indietro 5 anni" ... quindi ognuno faccia il suo esame di coscienza, pensando oltre tutto che il compenso è incassato su un conto corrente che è identificato da un codice fiscale... (fine della predica).
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In ogni caso, alla peggio, stampate questo post e portatelo al vostro professionista, e ragionateci anche con lui.
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Mi aspetto da chi legge dei commenti per condividere o per discutere su questa ricerchina, che vuole solo essere di stimolo per trovare una soluzione condivisa.

53 commenti:

gigicogo ha detto...

Brava. Ottimas ricerca.
Mi piacerebbe andare all'Agenzia delle Entrate e porre il quesito a voce e vedere la faccia del funzionario :-)

Anonimo ha detto...

Vedo che hai accolto il messaggi su twitter e hai sviluppato un post molto più chiaro.

Anonimo ha detto...

Un post che serve su un blog utile. Bell'Elenù!

Anonimo ha detto...

interessante argomento.
ciao
Fra

Millennium Bags ha detto...

non credi che molto spesso si ricada invece nella professionalità (costruire il sito, aggiorno, attiro visitatori, ecc..) e quindi nella necessità di p. iva?

Elena Trombetta ha detto...

@gigi, frenz, michel, fra grazie!!

@dottorecommercialista: infatti è precisato che si tratta di piccoli incassi, che non giustificano una attività di impresa, almeno a mio parere, ma vorrei fare altre "puntate" sul questo discorso con altre casistiche :

Anonimo ha detto...

Premesso che non sono Dottore Commercialista, sono d'accordo con la tua analisi. La vera discriminante tra lavoro d'impresa o no dovrebbe essere l'importo. Sotto 5000 Euro, lavoro occasionale (da dichiarare nel 730)sopra professionale (Impresa, Partita IVA). L' interpretazione diffusa di lavoro d'impresa anche per piccoli importi Adsense mi sembra assurda. Non mi vorrei sbagliare ma con Adsense non stai affittando il tuo spazio web. Se, ad esempio, per 6 mesi non hai nessun click, hai 0 euro di entrate. Come si fà a parlare di lavoro continuativo e cioè partita IVA in questo caso?

Anonimo ha detto...

Ciao Elena, sono felice che a parlare di adsense sia una collega della mia città.
Personalmente io mi sono fatto l'idea che uno studente non possa legittimamente usare adsense senza p.iva.
Il mio ragionamento discende dagli aspetti civilistici: essendo una ospitalità continuativa sul web e dunque una prestazione di servizi pubblicitari continuativa è attività d'impresa (civilisticamente)... da lì difficilmente dunque uscirei dagli obblighi Iva anche per 2 euro.... seppur certo paradossale.
Un saluto, Paolo

Elena Trombetta ha detto...

@paolo: grazie per la visita. E' questo il punto, che secondo me, in questi termini, non può essere attività di impresa ma attività di "fare, non fare o permettere".
Però grazie per lo spunto, ci ragionerò sopra ancora ;)

Elena Trombetta ha detto...

@pucciom un saluto anche a te :)

Anonimo ha detto...

Salve.
Innanzitutto vorrei farti i complimenti per il post (e anche per il blog): dal momento che ho un sito e un blog, è da diverso tempo che sto cercando informazioni sugli aspetti fiscali di Google AdSense e devo dire che questo è il documento più completo che ho trovato in rete.
Sempre relativamente al "guadagnare con Internet" da tempo sto cercando informazioni anche sugli aspetti fiscali legati alle donazioni di modico valore (sempre sui siti) con il sistema Paypal e anche a questo proposito le opinioni sono molto confuse e discordanti.
Sempre che tu ne abbia tempo e voglia, potresti affrontare anche questo aspetto nel tuo blog?
Un Saluto.

Paolo

Elena Trombetta ha detto...

@grazie paolo per i complimenti, e grazie per lo spunto. Provo a guardarci dentro ;)

Anonimo ha detto...

Un ottimo articolo, complimenti. Era da tempo che cercavo informazioni chiare in merito. Grazie.

Unknown ha detto...

Complimenti Elena.
Ho letto articolo e mi ha chiarito su molte cose. Non ho capito ancora una cosa però: se per ipotesi io facessi crescere il mio conto su adsense senza farmi mai pagare sarei tenuto a dichiarare comunque ogni anno i dollari guadagnati o li dichiaro solo a partire da quando decido di farmi realmente pagare?

Elena Trombetta ha detto...

@paolo: grazie!
@fifasoccer: la regola dei redditi diversi è che vanno dichiarati al momento dell'incasso, quando decidi di farti pagare. In pratica, per esempio:
- se vieni pagato a fine 2007 dichiari con i redditi 2007;
- se decidi di aspettare e farti pagare nel 2008, pagherai con i redditi del 2008.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutto, scusate la ripetizione ma in materia di fiscalitá sono ignorante.

Quindi, ai fini pratici, espongo il mio caso.
Io son dipendente a tempo indeterminatoed ho un sito con Adsense che nel 2007 mi ha generato un pagamento di 75.90Euro.

Questi 75.90Eu li posso dichiarare nel 730 sotto la voce redditi diversi?
Perché leggendo in giro altri post sull'argomento pare che per farlo si debba essere titolari di Partita IVA.

Grazie e complimenti.
Massimo

Elena Trombetta ha detto...

@massimoc: secondo me si, li dichiari nel 730 come redditi diversi. Però ti consiglio di stampare questo post e di portarlo al consulente o al Caf che si occupa della tua dichiarazione e parlarne anche con lui :)
Grazie per i complimenti

Anonimo ha detto...

Grazie per la pronta risposta, ho stampato e presenteró al CAF.

Immagino dovró anche presentare una stampa del pagamento reperibile dalle pagine di AdSense QUESTO QUI PER INTENDERCI

Ne approfitto vista la tua gentilezza e la mia ignoranza dichiarata sopra :-)

Secondo te le tasse su quel che dichiaro le devo pagare io (che so con l'F24) o basta la dichierazione che mi vengono conguagliate dal sostituto d'imposta (cioé il mio datore di lavoro)?

Su 75,90 Euro quanto ci devo pagare di tasse, il 20%?

Grazie ancora
Massimo

Elena Trombetta ha detto...

@massimoc: proprio quello. per le imposte da pagare (se dovute, perchè magari hai qualce spesa medica,assicurazione etc.) pensa a tutto il CAF, a te viene solo eventualmente trattenuta la quota in busta paga. La percentuale varia in base al tuo reddito, per questo dovresti sentire il CAF direttamente.

Unknown ha detto...

..allora non sono proprio cosí ignorante... :-))))

Grazie 1000 sei gentilissima... ti faró sapere... mal che vada t'arriverá una mail dalle patrie galere.

PS. Uno che viene pizzicato con 100 Euro di evasione cosa rischia?
Si va nel penale e alla fine si fa un patteggiamento tipo Valentino Rossi e deve pagare un avvocato?

Anonimo ha detto...

Io sono più meno nelle stesse vostre condizioni. Dipendente a tempo indeterminato con un sito hobbystico che ha generato nel 2007 ricavi in assegni adense per circa 600 euro.
Qualcuno ha novità certe ed ha già chiesto un parere al commercialista o al CAF?

storico sgrz ha detto...

ottimo articolo elena molto utile sul piano pratico.non conoscevo il tuo sito e l'ho messo tra i preferiti.
due domande: 1) ho visto che anche tu hai un bannerino di adsense. come ti regoli dal punto di vista del fisco?
2) hai notizie di studenti denucniati per evasione di guadagni da adsense?

Unknown ha detto...

Non ho capito, a parte indicarli nella dichiarazione dei redditi (se sono soddisfatte determinate condiioni), sul sito lo studente che guadagna 200 euro l'anno deve indicare il codice fiscale o altro ?

Anonimo ha detto...

Io invece trovo assurdo che con quanti esperti del settore intervenuti nei commenti di questo post, nessuno la vede allo stesso modo...
(non per colpa vostra ci mancherebbe, ma a causa di leggi poco chiare ed obsolete)

In questo caso, se uno consiglia l'apertura della P.IVA, l'altro dice che Adsense non è tassabile, un'altro che invece lo è... ma alla fine chi ne paga le spese della errata interpretazione?

Heautontimorumenos ha detto...

Una ricerca interessante...che testimonia, tra l'altro, come senza avere specifiche conoscenze di legge, è rischioso persino mettere una piccola pubblicità. Come dice Alessandro, leggi contraddittorie e inadeguate...

Anonimo ha detto...

La ringrazio per avermi chiarito ancora di piu' le idee...in effetti il mio commercialista mi aveva detto la stessa cosa, anche se ci sono pareri discordanti al riguardo. La "paura" di essere considerati evasori dal fisco comunque rimane.

IlPrincipino89 ha detto...

Ci sono stati aggiornamenti al riguardo?

IlPrincipino89 ha detto...

qualcuno ha fatto richiesta al commercialista o ad un professionista?

Elena Trombetta ha detto...

@il principino: nel concetto non ci sono variazioni, dal mio punto di vista. per il secondo commento potresti essere più chiaro?

IlPrincipino89 ha detto...

Qualcuno ha realmente chiesto ad un commercialista? Comunque sotto i 5000 euro si esclude partita iva a quanto pare, ma riguardo dichiarazione dei redditi nel mio caso per esempio come si puo' fare?SOno uno studente e non faccio nessuna dichiarazione 730 o quantaltro. Non ci sono proprio soluzioni se non l'abbandono del servizio? Non esiston servizi che provvedono da se a versarti solo il netto alle tasse come fa un datore di lavoro che versa lo stipendio al netto in banca e sul quale non devi più esser tassato?

Elena Trombetta ha detto...

@ilprincipino: io sono iscritta all'Ordine, come puoi vedere dai miei dati in alto nella pagina, e questa è la mia interpretazione. I servizi che dici tu non esistono, presuppongono un rapporto di lavoro dipendente che in questo caso non è inquadrabile.

IlPrincipino89 ha detto...

Iscritta all'ordine vorrebbe dire?

IlPrincipino89 ha detto...

A ma tu sei ragioniere commercialista..E' un altro discorso.
Nessuno che sappia cosa deve fare uno studente?

Anonimo ha detto...

Principino89 hai letto bene tutto dal'inizio? L'articolo spiega bene tutto, anzi cade a pennello per il tuo caso.

IlPrincipino89 ha detto...

chiederò al commercilista se è possibile far rientrare questi miei guadgni d studente nella dichiarazione di mio padre che ha partita iva e tutto quel che dovrebbe servire. Che ne pensate?

Elena Trombetta ha detto...

@ilprincipino: penso che la tua domanda non sia inerente con questo post, dove ho dato la mia opinione sull'argomento adsense.
In ogni caso, se tieni al mio parere professionale sulla domanda sappi che è negativo.
Ti consiglio di rivolgerti a un commercialista della tua zona per risolvere i tuoi dubbi.

Anonimo ha detto...

Salve Elena,
volevo fare una domanda cumulativa su adsense.

Cosa si deve fare se:
1) si è lavoratori dipendenti, si ha un forum di 3 livello, quindi non proprio, e un blog tipo questo su cui si mette adsense sia se si guadagnano 100$ annui sia se se ne guadagnano 1000 o più
2) si è lavoratori dipendenti con un sito proprio e si guadagnano sui 3000 euro

Quando ci vuole la partita iva? Quando sono redditi diversi?
Insomma come si devono inquadrare questi ricavi per essere in regola col fisco?

Grazie mille in anticipo per la pazienza ed un saluto a tutti!

Stefano ha detto...

Il problema non è di facile risoluzione. Alcuni parlano dei fatidici 5.000 euro per l'obbligo della partita iva; vorrei fare notare che la p. iva andrebbe aperta prima di incassare i soldi (quindi ad inizio anno), ma come si fa ad essere sicuri di quanto si incasserà? Nel web basta un niente per incappare in una penalizzazione di Google e passare da 1,000 visitatori al giorno a 100! E poi, in questo caso, che ci faccio con la p.Iva? Nel 2008 ho incassato più di 5.000 euro con adsense, ma come potevo saperlo? L'anno prima ne avevo fatti poco più di mille.... Mi sono informato al CAF e mi hanno detto che come redditi diversi / occasionali non c'è alcun limite di reddito dichiarabile.

Unknown ha detto...

Ciao a tutti,
oggi sono andata al CAF per avere informazioni al riguardo...e mi hanno guardato con i punti interrogativi negli occhi. Da persona che non ci capisce granchè, ma che va avanti a ragionamenti logici, sono d'accordo con Elena, ma spero vivamente che entro quest anno facciano qualche legge più specifica per non incappare in grame future. Però la mia domanda è: AdSense non è ivato(mi sembra di aver capito). Io ho un altro reddito - minimo, ma ce l'ho - ivato, devo pagare io l'IVA di AdSense? Il dubbio mi è venuto leggendo questo post http://www.fiscoitaliano.altervista.org/ADSENSE-IVA-FATTURA.htm

Grazie a tutti!

Andrea Sacchini ha detto...

Grazie Elena per questo interessantissimo post, che però, pur essenso tale, cozza con la miriade di interpretazioni che si trovano girovagando in rete. Segno inquivocabile di una carenza legislativa in materia di non poco conto.

Anche a me, lavoratore dipendente a tempo indeterminato, è capitato di chiedere al CAF dove regolarmente espleto l'incombenza del 730 come fare per dichiarare gli introiti di Adsense.

Scena muta. "Non saprei, dovrei chiedere alla sede centrale..." ha detto.

Piccola riflessione a margine. E' causale il fatto che in Italia nessuno sappia niente quando è ora di chiedere informazioni su come pagare le tasse?

:-)

Andrea Sacchini ha detto...

Ehm, ovviamente volevo dire "casuale"...

Max ha detto...

Ciao,
bell'articolo!
Anche se in effetti credo che ci siano molte lacune legislative .. però ci si trova che un commercialista dice una cosa e uno l'altro .. il problema è a chi dare retta?
Però devo dire che a logica quello che dici mi tornerebbe .. proverò anche io a portare il tutto al CAF.

Comunque nell'articolo parli di adsense, ma il concetto è estensibile anche ad altri servizi simili come per esempio tradedouble?

Grazie mille
ciao

Anonimo ha detto...

Ciao Elena mi chiamo Ilaria.
Farò leggere quello che hai scritto ad un amico di mio padre commercialista.
Ma mi aiuti a capire una delle cose?

Ho pagato un dominio.
Ho annunci di google adsense.
Quando guadagnerò devo dichiararli ok! Ma come?
Non ho partita iva.
Lavoro a tempo indeterminato.

Devo compilare il 730 e nelle voce redditi diversi dichiarare i 100$.
Come si dichiarano?
Che voce va inserita vicino questi 100$. Abbiamo detto che non possono considerarsi rapporti occasionali... allora cosa dove mettere?
Ciao e grazie.

Anonimo ha detto...

Vi posto, in due parti a causa della lunghezza, la risposta dell'Agenzia delle Entrate ad un interpello relativo alla tassazione dei compensi di Google Adsense.
Mi sembra di capire che non sia del tutto esclusa la possibilità di dichiarare i compensi come redditi diversi nel caso
il numero delle operazioni ed il valore delle stesse non sia elevato.
Inoltre mi pare interessante la specificazione che distingue il reddito di impresa da quello da lavoro autonomo
(...a seconda che prevalga il capitale investito piuttosto che il lavoro svolto
personalmente dal lavoratore.), per il webmaster che gestisce uno o due siti penso che prevalga
il lavoro personale rispetto al capitale investito e forse si potrebbe parlare di lavoro autonomo,
sempre con partita iva ed inps ma senza il minimo INPS.
Che ne pensate?

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Con l'interpello specificato in oggetto, concernente l'interpretazione dell'art. 55 del
DPR n. 917 del 1986 , è stato esposto il seguente

QUESITO

L'istante sta realizzando e gestendo come webmaster un sito web in cui intende
inserire i cosiddetti "Adsense Google". A tale scopo, fa presente che:
"Adsense è un programma di affiliazione di Google (società con sede in Irlanda) che si
svolge in questo modo: il titolare o gestore del sito (webmaster) mette a disposizione
della società Google alcuni spazi del proprio sito web. Google in questi spazi può
inserire banner pubblicitari che sono, quindi, visibili a tutti i visitatori del sito. Il
numero e il contenuto dei banner è stabilito unicamente da Google ed anche i rapporti
con gli inserzionisti sono intrattenuti esclusivamente da Google. In cambio della messa
a disposizione dello spazio sul sito web, Google si impegna a pagare al webmaster una
cifra (stabilita unilateralmente da Google e che è, in media, di alcuni centesimi di
euro) per ogni click che i visitatori del sito effettuano sui banner. (...) Google, a sua
discrezione, può anche non utilizzare gli spazi messi a disposizione oppure utilizzarli
solo per banner che non comportino guadagni al webmaster".
Tanto premesso, l'interpellante chiede come debbano essere tassati, ai fini IRPEF, i
proventi della propria attività.

SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE

Il contribuente, che sostiene di limitarsi a "permettere alla società Google di
utilizzare, a suo esclusivo piacimento, alcuni spazi del sito web che gestisce (...)",
ritiene che la propria attività consista nell'assunzione di un obbligo di "fare, non fare o
permettere", e che, quindi, gli eventuali proventi rientrino tra i redditi diversi di cui
agli articoli 67 e seguenti del DPR 917/86.

Anonimo ha detto...

PARERE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

In merito a quanto richiesto, si ritiene che, per poter rispondere adeguatamente al
quesito, sia necessario "in primis" considerare la nozione di imprenditore dal punto di
vista fiscale. A tal proposito, si evidenzia che, ai sensi dell'art. 55, comma 1, del TUIR
(DPR 917/86), sono considerati redditi d'impresa quelli che derivano dall'esercizio per
professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività indicate nell'art. 2195 del
codice civile; il comma 2, lettera a), della norma tributaria in commento definisce
altresì redditi d'impresa "i redditi derivanti dall'esercizio di attività organizzate in
forma d'impresa dirette alla prestazione di servizi che non rientrano nell'art. 2195 c.c.".
Tale disposizione richiama alla memoria l'art. 2082 del codice civile, secondo il quale
"è imprenditore chi esercita professionalmente un'attività economica organizzata al
fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi". Dal contesto normativo in
esame si arguisce che, anche laddove non sia richiesto specificatamente l'elemento
dell'organizzazione in forma d'impresa (cfr. art. 55, comma 1, TUIR ), da intendersi
come impiego coordinato dei fattori produttivi (capitale e lavoro propri e/o altrui), è
necessario, per poter individuare la figura dell'imprenditore, che sussistano i requisiti
della professionalità e dell'abitualità. Più in generale, tali caratteristiche risultano
indefettibili per inquadrare una determinata attività tra quelle produttrici di reddito
d'impresa o di lavoro autonomo: la distinzione tra i due diversi ambiti sarà poi
determinata a seconda che prevalga il capitale investito piuttosto che il lavoro svolto
personalmente dal lavoratore. Al riguardo, può essere opportuno osservare quanto
asserito dall'Agenzia delle Entrate, che, nell'Appendice al Modello Unico 2009
(Persone Fisiche, fascicolo 2), pur se in relazione all' "Esercizio di arti e professioni",
esprime un concetto valevole anche per l'attività d'impresa quando afferma: "(...) Il
requisito della professionalità sussiste quando il soggetto pone in essere una
molteplicità di atti coordinati e finalizzati verso un identico scopo con regolarità,
stabilità e sistematicità. L'abitualità si diversifica dalla occasionalità in quanto
quest'ultima implica attività episodiche, saltuarie e comunque non programmate (...)".
Ora, nel caso specifico, se è vero che l'istante non ha rapporti diretti con gli
inserzionisti e, di conseguenza, non stabilisce il costo della pubblicità, è altresì
innegabile che effettui una prestazione di servizio nel momento in cui "mette a
disposizione della società Google alcuni spazi del proprio sito web". In tal senso, è
utile rammentare che già l'art. 11, par. 2, lett. f) del Regolamento CE n. 1777/2005
(recante disposizioni di applicazione della direttiva 77/388/CEE) individuava, seppure
ai fini IVA, come servizi di commercio elettronico quelli compresi nell'allegato I al
Regolamento stesso , fra i quali veniva inclusa [al punto 3, lett. h)], la "fornitura di
spazio pubblicitario, compresi banner pubblicitari su una pagina o un sito web". Alla
luce delle considerazioni svolte, occorrerà pertanto fare riferimento non solo al
numero delle operazioni svolte in un certo lasso di tempo ma anche al valore e alle
modalità di effettuazione delle operazioni stesse: il tutto allo scopo di valutare
l'esistenza o meno del carattere dell'abitualità anziché della saltuarietà. Solo in seguito
a questa analisi, che non compete all'Agenzia delle Entrate in materia di interpello,

Anonimo ha detto...

essendo precluso alla stessa ogni genere di accertamento tecnico (cfr. art. 1, comma 1,
ultimo periodo, DM 209/20011), il contribuente potrà qualificare la natura del proprio
reddito e, conseguentemente, considerare i proventi quali corrispettivi di un'attività
d'impresa ovvero alla stregua di redditi diversi di cui all'art. 67 DPR 917/86: in tale
ultima ipotesi, sarebbe irrilevante, ai fini del trattamento fiscale, la riconducibilità dei
compensi nell'ambito della lettera i) ["redditi derivanti da attività commerciali non
esercitate abitualmente"] o l) ["redditi derivanti dall'assunzione di obblighi di fare, non
fare o permettere"] dell'articolo di legge.

Paolo ha detto...

@anonimo:
Ho da poco letto anch'io su alcuni forum questa risoluzione, ma non ne viene indicato il numero progressivo e la data, né è presente sul sito dell'Agenzia.
Posso chiederti come sei riuscito a trovarla?

Anonimo ha detto...

E' la risposta ad un intepello che ho presentato personalmente all'agenzia delle entrate. Essendo un interpello la risposta ha ovviamente valore solo per chi lo ha presentato.
Saluti

Paolo ha detto...

@anonimo:
grazie mille di averla postata.

Te lo chiedevo poiché sul sito dell'agenzia vengono pubblicate con cadenza quasi giornaliera le risoluzioni emesse (senza ovviamente i dati personali di chi presenta l'istanza). Pensavo che lo facessero con tutte le risoluzioni, invece, evidentemente, lo fanno solo con quelle che ritengono più interessanti.

Anche se, essendo un interpello, vale ovviamente solo per l'istante, tuttavia può essere utile per capire l'orientamento dell'agenzia in merito alla questione.

A presto

Paolo

alex ha detto...

In teoria una persona potrebbe anche mettere gli annunci adsense solo occasionalmente sul sito (non tutti i giorni), è la stessa cosa di quando non ci sono impression. credo che alla fine la discriminante, sia per noi che pr l'ade, quante volte si incassa da google e se si supera il limite dei 5000 annui. Un controllo simile viene fatto su ebay, definiscono gli evasori in base alla frequenza delle fatture e al reddito totale annuo ottenuto dalle vendite, quindi chi lo fa davvero occasionalmente è salvo. Il discorso secondo me è identico ad adsense infatti l'ade non può oggettivamente monitorare ogni sito per vedere se gli annunci ci sono ogni giorno e determinare da questo se l'attività adsense è da inquadrabile come da impresa o da occasionale.
IMHO

Anonimo ha detto...

Salve,
vorrei porre alcune domande.
1- ho apero un blog e faccio recensioni di alcuni ebook, pubblicizzo il loro materiale essendomi iscritto come affiliato, ancora non ho venduto niente però nel mio blog ho la loro pubblicità e non uso adsense, in questo caso devo avere la p. i.v.a. oppure devo eventualmente superare la soglia dei 5.000 euro?
2- La stessa cosa ho fatto con una affiliazione americana che paga solo al raggiungimento di 100 dollari, in questo caso devo avere la partita i.v.a. oppure vale il discorso di prima?
Da premettere che non faccio pubblicità con il pay per click.
Fiducioso di una risposta attendo, grazie

Anonimo ha detto...

salve, ho letto l' articolo e da quello che mi sembra piu' giusto e sicuro fare, sarebbe di andare dal proprio commercialista ... ma vorrei comunque esporre il mio caso , sono attualemente una studentessa, ho lavorato in passato ma ora non più, ho comunque il mio contocorrente in banca, ma dovrei comunque dichiarare quello che guadagno pur se non lavoro ? premetto che sono a carico dei miei genitori quindi per ogni mio guadagno loro lo devono sapere? e cosa dovrebbero fare i miei geniroti in tal caso ?

Anonimo ha detto...

Vorrei aderire al programma Adsense, ma in effetti ho paura di sbagliare a denunciare i proventi...
Ora penso sia chiaro che ci si paga l'IVA perchè è google stesso a versarla "in conformità all'art. 196 della Direttiva 2006/112/CE del Consiglio dell'Unione Europea"... riportando quello che ho letto qui (francamente sono del tutto ignorante in materia)
Se questa domanda risulta assurda a chi si occupa di questioni fiscali mi scuso in anticipo... Ma ha senso parlare di un servizio soggetto ad iva come redditi diversi?
E visto che temo di no: in che maniera si potrebbe inquadrare come lavoro occasionale, ossia, perchè molti ritengono si possa denunciare come lavoro occasionale?