mercoledì 25 luglio 2012

Game over?

Da un po' di mesi, sommessamente, ragiono con chi mi sta intorno sul fatto che quella in cui siamo immersi è una "guerra" di nuova generazione, senza bombardamenti sulle città, senza soldati che si muovono al fronte, ma con qualcuno che manovra i capitali esattamente come truppe d'assalto.

In fin dei conti, guardando le città che ho visitato, mi accorgo dell'invecchiamento un po' da tutto, dalle targhe delle auto, ai muri delle case che non vedono una mano di pittura da troppo tempo, dai tanti cartelli di vendesi e affittasi in quelli che erano negozi, dai vestiti delle persone, dai loro visi.

E mi chiedo se in guerra, bombe a parte, la vita fosse tanto diversa da quella in cui, lentamente, ci stiamo immergendo.

Poi, per lavoro, studio le nuove leggi.

La tassazione: record mondiale al 55%.

L'Imu, che tutti ormai definiscono una patrimoniale (nel tutti stanno anche i grandi economisti).

Le "riforme", quella del lavoro.
Non esiste praticamente più nessuna forma di lavoro se non quello dipendente a tempo indeterminato e imprenditoriale, tutto quello che stava "in mezzo", più o meno legalmente, è stato spazzato via.
Però il lavoro, le commesse,  mancano, manca quel medio termine (il lungo manca da troppo), che permette di programmare, anche le assunzioni. Si vive alla giornata, al contratto firmato a sei mesi, all'insoluto praticamente certo che arriverà alla fine di agosto, e allo stipendio e al F24 altrettanto certo da pagare entro la metà di settembre.

E non parliamo del fatto che le banche non prestano più un euro a nessuno che non abbia patrimoni a garanzia.

E potrei continuare, ma basta leggere i giornali ...

Ma, soprattutto, vedo la fila, fuori dalla casa del povero di Como dove un pasto gratis non si nega a nessuno, che tutte le sere si allunga.

E mi chiedo che differenza c'era negli anni quaranta, a parte le bombe.


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